mercoledì 5 agosto 2015

LA CORRUZIONE UCCIDE di JUAN ANIBAL GOMEZ

Traduzione di: STEFANO CARBONI


FORO SEGURIDAD URBANA EN REDES E RED AMPARO


La corruzione ... Uccide !! e quando si uccide un essere umano .. un’intera famiglia viene uccisa .. !!
Di Juan Anibal Gomez


RIFLESSIONE SULLA CORRUZIONE ... ...





 "LA CORRUZZIONE UCCIDE ...."

Caro amico 
In quasi 20 anni di dura esperienza nel ruolo di leader spirituale, politico e sociale; mi sono reso conto che stiamo vivendo e soffrendo un momento davvero difficile, nel quale  molti cadono in preda ai loro errori, grazie anche alla confusione provocata dai mass media,  dove prevale l'interesse del materialismo e l'egoismo contro l'amore, e ancor di più contro le religioni. Il mio è un invito attraverso una serie di ipotesi e di fatti, per cercare di trovare il giusto metodo di prevenzione attraverso il monitoraggio come forma di guida circostanziale,anche  a scapito del successo temporaneo del vissuto, attraverso le Scritture come come unica azione valida e duratura anche grazie ai risultati da me ottenuti... e che cosa chiedo .. ??

 Dico tutto questo perché come leader spirituale e sociale e grazie alla quantità di informazioni che ho appreso in tanti anni e posso quindi affermare  che questi,  vivono e si nutrono di corruzione, desiderosi di ottenere denaro facile e dal nulla, anche sulla pelle degli altri fratelli ... Così molti funzionari, invece di avere la funzione di controllare, o di gestire  una corretta amministrazione, sono ciechi, sordi e muti, accettando le irregolarità in cambio di una "bustarella" (illeciti) senza preoccuparsi delle conseguenze ed essere diventiati prigionieri dei malviventi e totalmente incoscienti per la sofferenza e il dolore che provocano ...

 In America Latina ma anche nel resto del mondo , siamo stufi della corruzione e dobbiamo capire che  UCCIDE .. !!, la corruzione è un male che infetta i  nostri cuori e le nostre anime ... e noi, dobbiamo rimuoverla per sempre .. dall'interno verso l'esterno, rimuoverla dalle nostre famiglie e attraverso l’ amore contrastare questo male ...  l'amore come quello di Gesù e Maria ... se sei un cristiano o Ebreo o musulmani, o se sei un ateo o agnostico non importa, l’importante e dar fede ai dettami della vostra coscienza .., per avere uno stile di vita etico  .., ..l’ uguaglianza è parte dell’ essere e parte di una società corretta e di appartenenza .. non un'isola di individualismo, egoismo in rappresentanza degli interessi della falsa Libertà .. !!


Oggi in Argentina ricore l’anniversario, del triste massacro di 194 giovani che sono stati uccisi dieci anni fa solo per essersi andati a divertire ad un musical, dove putroppo è scoppiato un incendio dovuto alla malcuranza nella manutenzione e alla scarsa prevenzione; con questo ricordo desidero esprimere il mio dolore e pregare anche  per i 43 ragazzi morti in Messico, anch’essi vittime della corruzione e della noncuranza, sono monumenti alla vergogna del nostro popolo, i suoi cittadini, i nostri fratelli che hanno pagato con le loro vite, e noi essendo testimoni di tutto questo,  non possiamo accettare e dobbiamo cominciare .. !! l’opera di conversione verso il bene ...

Sconfiggere ed eliminare la corruzione non è stato e non sarà un compito facile, perché  è in gioco la moralità .. ma è la responsabilità di tutt: dei capi dei media, delle scuole e in particolare dei genitori ; che  sono i primi educatori, il cui stile di  vita dovrà mostrare ai loro figli, che sono persone integre e che lottano per una società più onesta, più umana e senza corruzione. I bambini hanno bisogno di imparare dal loro esempio e si rendono conto che, nonostante il male che affligge il mondo di oggi, si può essere giusti, onesti e leali. Non dimenticate che sempre e comunque tutto comincia a casa.

 Ma non è tutto, è necessario "educare" con pazienza, i futuri padroni del mondo, futuri imprenditori, politici, privati ​​e dipendenti pubblici, è urgente per insegnare ai bambini e ai giovani ciò che in realtà non possa dare modo alla corruzione di prevalere, ovvero que i valori e quelle virtù che fanno di un uomo un essere unico, un essere virtuoso, un uomo trasparente e tutto d’un pezzo.

 Questi valori e virtù sono l'onestà, il rispetto, la solidarietà, la verità, la giustizia, la benevolenza e la carità tra gli altri, lo stesso che deve essere parte della personalità di ogni essere umano.

 Mi dispiace per il tono forte di questa discussione, ma non posso fare altro per  far sentire il dolore e il sostegno alle tante vittime che hanno accompagnato i miei 20 anni di lotta ... per questo motivo, in questa data che volge verso la fine del 2014 , e verso il prossimo 2015, anno in cui per l'Argentina, sarà tempo di elezioni, lascio questo suggerimento: cioè di VOTARE per coloro che abbracciano i valori dell’onestà , E NON DELLA CORRUZIONE, perché, come dice il manifesto, smettete di essere vittime,(e saranno essere Complices; )perché il male che colpisce il nostro Paese, non è  ideologico ma morale; con molto rammarico vi lascio questa riflessione, ma che possa essere utile come un esempio di vita e di amore, da seguire, rendendoci conto che dobbiamo impegnarci a combattere tutti quanti .., così sia, amen







JUAN ANIBAL GOMEZ


Fondatore e Presidente di

Red Amparo e Forum Network Security Urbana.
 
 

venerdì 1 maggio 2015

1 MAGGIO 1951 - DISCORSO DI EVITA PER LA FESTA DEL LAVORO

 
Traduzione di: FRANCESCA MARIA A.
 
 
 
 
Discorso di Eva Duarte de Peròn per la festa del lavoro - Plaza de Mayo 1 Maggio 1951
 
Miei cari descamisados,
in questo giorno tradizionale per i lavoratori argentini, in questo 1 Maggio meraviglioso i cui i lavoratori festeggiano il trionfo del popolo e di Peròn sugli eterni nemici e traditori della Patria, io voglio parlare con la sola, con l’assoluta, con l’escusiva rappresentanza dei descamisados.
Desidero parlare per Peròn, per i lavoratori, per gli uomini e le donne del mondo che vogliono condividere con noi la gloria di un popolo che innalza la sua bandiera giusta, libera e sovrana sulla cima di tutti i pennoni della Patria.
Desidero che voi mi autorizziate, che mi diate il potere meraviglioso ed eterno di tutti i lavoratori, di tutte le donne, di tutti gli umili, in una parola, quello di tutti i descamisados.
Desidero che siate voi ad autorizzarmi; voi che qui, in questa vecchia piazza delle nostre glorie, rappresentate il popolo autentico che nel 1810, spingendo le porte del Consiglio gridando “vogliamo sapere di cosa si parla”, ha conquistato il proprio diritto di libertà e sovranità. Desidero che voi mi autorizziate affinchè dica ciò che voi sentite; voi che, attraverso un secolo di oligarchia, di vessazioni, di sfruttamento, avete sofferto l’amarezza infinita di vedere la patria umiliata e sottomessa dai propri figli. No, quelli non erano i suoi figli. No, nelle loro vene non scorreva sangue di argentini; nelle loro vene scorreva sangue di traditori. Io voglio che voi mi autorizziate affinchè dica con poche parole, con la mia scarsa eloquenza, ciò che voi sentite, ciò che voi volete che dica, in questa meravigliosa giornata dei lavoratori, al generale Peròn e al popolo.
Voi potete parlare qua davanti, a testa alta, alla Patria e a Peròn, perchè voi avete visto in Peròn l’ultima speranza della Patria e lo avete seguito così come solamente una bandiera si segue, disposti a morire per essa o a trionfare per la sua vittoria; voi avete il diritto di parlare di fronte alla Patria e con Peròn, perchè voi, come me, lo avete seguito stringendo i denti con rabbia e coraggio quando l’oligarchia senza patria nè bandiera voleva lasciare anche noi senza patria nè bandiera, privandoci del diritto di seguire Peròn fino alla morte; voi potete parlare con Peròn perchè porterete sempre acceso nel cuore il fuoco delle torce che abbiamo preso coi quotidiani e le riviste per festeggiare la vittoria del 17 Ottobre del 1945; voi, solamente voi, potete dare alle mie parole il fuoco, la forza infinita che desidero avere, che vorrei avere per poter dire al nostro condottiero, per dire al mondo, per dire alla Patria, come i lavoratori lo seguono, e quanto vogliono bene a Peròn.
Io non possiedo l’eloquenza, ma possiedo un cuore; un cuore peronista e descamisato che ha sofferto sin dall’inizio con il popolo e che non lo dimenticherà mai, per quanto avanti possa andare. Io non possiedo l’eloquenza, ma non c’è bisogno dell’eloquenza per dire al generale Peròn che i lavoratori, la Confederazione Generale del Lavoro, le donne, gli anziani, i poveri e i bambini della Patria, non lo dimenticheranno mai, perchè ci ha resi felici, ci ha resi degni, ci ha resi buoni, ci ha fatti amare gli uni con gli altri, perchè ci ha fatto alzare la testa per guardare il cielo, perchè ci ha tolto dal sangue, dall’odio e dall’amarezza, e ci ha infuso l’ardore della speranza, dell’amore e della vita.
Confederazione Generale del Lavoro e lavoratori, non abbiamo bisogno di eloquenza per dire a Peròn che non lo dimenticheremo mai, perchè ci ha resi degni e giusti, perchè ci ha resi liberi e sovrani e perchè quando la nostra bandiera passeggia per le strade dell’umanità, gli uomini del mondo si ricordano della Patria come di una fidanzata perduta che si è vestita di bianco e celeste per insegnargli il cammino della felicità. Compañeras e compañeros, questa mattina, quando il generale ha finito il suo messaggio di vittoria, ha detto che questo trionfo è della Patria e del popolo, è nostro, soltanto nostro. E ho pensato quello che avrete pensato anche voi; che se non fosse stato per Peròn, staremmo come nei vecchi primi di Maggio dell’oligarchia, a piangere i nostri morti anzichè festeggiare la vittoria.
Siamo d’accordo, mio generale, che il trionfo è della Patria e dei lavoratori, siamo d’accordo chei lavoratori e gli umili sono sempre rimasti in piedi ad abbracciare le giuste cause, per questo abbracciamo la causa di Peròn. Ma che cosa ne sarebbe stato della Patria e dei lavoratori senza Peròn? Per questo, ringraziamo Dio che ci ha concesso il privilegio di avere Peròn, di conoscere Peròn, di comprendere, amare e seguire Peròn.
Io, la più umile collaboratrice del generale Peròn, ma anche una delle più ferventi amiche degli umili e dei lavoratori, mi congratulo con gli umili, i descamisados e i lavoratori, e molto fervosamente con la Confederzione Generale del Lavoro, per questa fede, per questa lealtà incrollabile a Peròn. E se mi facessero scegliere una tra tutte le cose della terra, io sceglierei la grazia infinita di morire per la causa di Peròn, cioè di morire per voi. Perchè anch’io, come i compagni lavoratori, sono capace di morire e di finire la mia esistenza nell’ultimo momento di vita con il nostro grido di salvezza: la vita per Peròn!
EVA DUARTE DE PERÓN



1 MAGGIO 1951 - DISCORSO DI JUAN DOMINGO PERON PER LA FESTA DEL LAVORO

 
Traduzione di: Francesca Maria A.
 
 
 
 
Discorso di Juan Domingo Peròn per la festa del lavoro - Plaza de Mayo 1 Maggio 1951
 
Compañeros:
molti anni fa, a Chicago, in un 1 Maggio come questo, un gruppo di lavoratori veniva impiccato da una giustizia cieca per il solo fatto di reclamare più pane per i propri figli e giustizia per i propri fratelli.
Oggi il giustizialismo argentino rende omaggio al loro ricordo avendo qui distrutto lo sfruttamento capitalista e avendo instaurato la giustizia sociale per la quale morirono. In questo gioioso 1 Maggio saluto tutti gli uomini e le donne che con il proprio lavoro onesto stanno costruendo la felicità e la grandezza di questa patria.
Ringrazio la Provvidenza perchè noi argentini possiamo, mediante il nostro giustizialismo, festeggiare in pace ed armonia il giorno dei lavoratori e faccio voto affinchè questa pace ed armonia arrivi anche, mediante la giustizia, a tutti i lavoratori del mondo e in particolare a quelli che oggi soffrono lo sfruttamento del denaro e dello stato e che ricordano questa festa con i pugni tesi per l’impotenza dinnanzi all’ingiustizia e all’ignominia.
Come ho detto stamattina, il giustizialismo e il sindacalismo hanno trovato la strada verso i loro obiettivi comuni nella Repubblica Argentina, e lavorando strettamente uniti continuano ad essere indice della sua felicità e della sua grandezza.
Sono passati cinque anni del nostro governo e come il primo giorno, governo e lavoratori si sentono strettamente uniti e solidali. Questo si deve solamente al fatto che il governo giustizialista ha fatto, fa e farà sempre unicamente ciò che il popolo vuole e difenderà un solo interesse: quello del popolo. Il governo giustizialista ha anche fissato come dottrina alla politica internazionale questa premessa: nessuna decisione di politica internazionale che implichi una guerra fuori dal nostro territorio verrà presa senza previo consenso del popolo. Sappiamo che quando si prendono queste decisioni in difesa del paese bisogna affrontare l’ingiusta lotta degli interessi. L’impero capitalista l’ha già adottata, mediante il suo giornalismo internazionale in nome di una libertà che non pratica. La libertà, affinchè sia libertà, deve essere quella che vuole il popolo, e non quella che vogliono imporci da fuori.
La lotta per la libertà, per noi, è quella che ci conduce alla giustizia sociale, all’indipendenza economica e alla sovranità politica. Noi argentini abbiamo il nostro regime di libertà costituzionale; ma che ne sarebbe di esso nell’ingiustizia sociale, nella schiavitù economica e nel vassallaggio politico? Tutto questo ci porterebbe quella libertà ben conosciuta dagli argentini: la libertà di morire di fame. Per questo, il racconto della libertà è fin troppo conosciuto perchè noi possiamo ricaderci. E non differisce molto dai racconti del biglietto vincente o della macchina per fare soldi. Per questo, anche oggi 1 Maggio, voglio annunciarvi che il quotidiano “La Prensa”, espropriato per disposizione del Congresso Nazionale, sarà consegnato ai lavoratori nella forma da essi indicata.
Questo quotidiano, che per tanti anni ha sfruttato i lavoratori e i poveri, che è stato strumento raffinato di sfruttamento nazionale ed internazionale, che ha rappresentato il più crudo tradimento alla Patria, dovrà espiare le sue colpe mettendosi al servizio del popolo lavoratore per difendere le sue rivendicazioni e i suoi diritti sovrani.
Tutto questo, per decisione sovrana e libera del popolo argentino, a favore e in difesa della libertà che esso vuole in accordo con le leggi e con la costituzione che egli liberamente si è dato e mantiene, senza preoccuparsi se agli altri possa piacere o non il gesto libero e l’atteggiamento sovrano.
Saluto di nuovo la CGT e mi congratulo con essa e con tutti i sindacati argentini. Quest’anno 1950 dell’organizzazione sindacale sta seminando il paese di istituzioni operaie di bene pubblico che lavorano per la difesa del potere d’acquisto dei salari e della salute fisica e morale degli operai per l’elevazione culturale e sociale del popolo argentino. Queste istituzioni, già benemerite nel giustizialismo, saranno i pilastri inalterabili del futuro argentino, dove si affermano la produzione, la ricchezza, il benessere e la grandezza della patria.
Nulla potranno i politici detronizzati nè i loro agitatori al soldo dei sindacati argentini. Sono carte fin troppo conosciute perchè i lavoratori argentini sanno bene come questi hanno proceduto quando hanno fatto crollare il paese sommergendolo nello sfruttamento e nella vergogna. Le loro campagne di inganni e menzogne cadranno nel ridicolo e nel disprezzo degli operai argentini, che sanno quanto sono ignoranti, incapaci e venali, per averli subiti per anni e anni.
Intanto, ricordiamo che la difesa del giustizialismo è il motore portante della nostra lotta: all’esterno contro l’imperalismo e la reazione, all’interno contro il tradimento politico-oligarca. Ciascun buon argentino deve sentirsi depositario e guardiano della nostra giustizia sociale, indipendenza economica e sovranità politica, ed essere pronto a morire per difenderla. Per questo è necessario restare vigili come in tempi di lotta, coi comandi scattanti e gli uomini in piedi, perchè l’imperialismo capitalista non riposa mai nel suo compito di comprare le coscienze e pagare le volontà.
Le forze di sicurezza nazionale dovranno vigilare su ogni uomo per assicurare il compimento dei mandati della costituzione giustizialista. Il popolo farà di ciascuno dei suoi uomini un soldato cosciente e deciso. Il governo difenderà il giustizialismo con tutte le sue forze contro i nemici esterni o interni.
Compañeros: che sia questo 1 Maggio sintesi della lotta contro lo sfruttamento nel mondo, la festa della decisione argentina di lottare per il giustizialismo riparatore di ingiustizie. Che il nostro benessere e felicità attuali siano un anticipo promettente per i fratelli lavoratori che in tutto il mondo lottano contro la tirannia dello stato e del denaro.
Che la nostra bandiera giustizialista guidi milioni di liberati dalla miseria e dal dolore nelle braccia del popolo argentino per essere esempio per un mondo ingiusto dove gemono sotto la frusta dello sfruttamento milioni di esseri di un’umanità rattristata e decadente che lotta per la sua liberazione.
Non desidero terminare questo discorso senza prima ringraziare i lavoratori di tutto il paese per il loro sforzo generoso che ha permesso alla nostra patria di realizzare il suo piano ambizioso. Ringrazio anche questi bravi operai che con vanto giustizialista stanno realizzando il primato mondiale della produzione. Questo è possibile nella nuova Argentina Giustizialista, dove tutti lavoriamo per tutti e per la patria, e non per il capitalismo internazionale.
Infine ringrazio, come argentino e come lavoratore, la vostra unità e la vostra lealtà incrollabile. Oggi possiamo dire che noi lavoratori argentini siamo organizzati, uniti e pronti per lottare per i nostri diritti e per la nostra dignità e, per concludere, desidero che arrivi a tutti voi lavoratori argentini un grande abbraccio, con il quale vi saluto e vi stringo forte al cuore.
 
JUAN DOMINGO PERON



lunedì 16 marzo 2015

SICUREZZA: COS’E’ UNA RETE? A CHE SERVE? DA CHI E’ COMPOSTA? PREVENZIONE DEL CRIMINE CONTRO LA MANCANZA DI SICUREZZA. DI JUAN ANIBAL GOMEZ


Traduzione di: Francesca Maria
 
 
Partecipazione sociale nella sicurezza urbana.
Rete solidale vicinale
Cos’è una rete vicinale?
E’ una forma di organizzazione che ha lo scopo di raggiungere determinati obiettivi in tema di sicurezza. Si realizza con la volontà individuale che va a sommarsi ad altre nell’ambito dello stesso isolato, quartiere o parte di esso, raggruppandosi con lo scopo di agire in maniera sia passiva che attiva su ogni situazione delinquenziale della zona, apportando idee e soluzioni per la prevenzione del crimine.
Quali sono i vantaggi di una rete?
Potenzia e ottimizza le risorse individuali, con la costituzione di un’organizzazione vicinale minima, che genera legami di solidarietà tra i suoi membri. Questa organizzazione include il vicino ponendo fine al suo isolamento e incorporandolo in un gruppo di suoi pari, permettendo di sviluppare e applicare una strategia in accordo ai bisogni della comunità. La rete così formata riunisce al suo interno le capacità di ogni membro, permettendo di sviluppare un lavoro di squadra sostenuto dalla sua legittima rappresentazione vicinale, gestendo le tematiche della comunità e mettendole in relazione con le distinte aree di governo, di polizia, giudiziarie ecc.
Perchè una rete di prevenzione del crimine?
Da oltre due decadi il tema della mancanza di sicurezza nella città di Buenos Aires sta andando a crescere con diversi problemi congiunturali, originati nell’AMBA (Area Metopolitana Buenos Aires) e che colpiscono la giurisdizione della nostra città. Osservandone l’incremento così come la quantità di fatti delittuosi ed il loro livello di violenza, si può trovare nella Rete Vicinale uno degli strumenti solidali per l’ideazione di un piano di prevenzione del crimine. Attraverso scarsi risultati, si osserva un’immagine di inefficienza sie delle forze di sicurezza che della giustizia nei confronti della comunità, che ha generato una miscredenza nella stessa, evidenziata dal basso livello di denunce. Il lavoro della Rete rappresenta un immenso valore aggiunto nello scopo di migliorare la prevenzione del crimine, conformando le riunioni mensili in ogni CGPC (NdT Centri di Gestione e Partecipazione Comunale) e/o riunioni nei singoli quartieri o isolati, poichè è davvero molto quello che il cittadino può fare e sviluppare per migliorare la situazione della sicurezza locale.
Come lavora una rete?
I membri di uan rete di prevenzione devono riunirsi e stabilire i momenti in cui sono più esposti al pericolo, segnando gli orari critici (uscita e rientro a casa, garage, negozio, orari scolastici e lavorativi, vacanze ecc.). devono realizzare un’analisi dei crimini commessi nell’ultimo mese nel proprio quartiere o in prossimità della zona coperta dalla protezione della rete e sviluppare un piano di prevenzione. Dovranno aumentare l’osservazione del quartiere, durante gli orari critici, prestando particolare attenzione ai segnali sospetti di una possibile attività criminale prossima (persone estranee, atteggiamenti sospetti, vicini che rientrano a casa con persone sconosciute, veicoli occupati da persone in atteggiamento sospetto di osservazione o attesa ecc) Come elemento dissuasorio si identificherà l’area posta sotto il controllo della rete con cartelli posti sui pali della luce, del telefono, elettrici o ovunque i vicini ritengano più conveniente, indicando che nel dato quartiere tutti i vicini sono organizzati in una rete di prevenzione. Il commissariato di zona dovrà essere informato della suddetta rete onde avviare un rapporto di reciproca collaborazione nella prevenzione del crimine. Bisognerà verificare che l’illuminazione pubblica sia adeguata e sufficiente e promuovere la presenza dell’illuminazione presso l’entrata di ogni domicilio. Bisognerà stare a fianco dei vicini che si assentano per periodi prolungati, eliminando i segni identificatori della proprietà che resterà disabitata, ad esempio portando rifiuti al cassonetto di zona, ritirando la corrispondenza, ecc. I membri della rete devono istruire adeguatamente tutto il proprio gruppo familiare, specialmente gli anziani e i bambini. I vicini partecipanti dovranno scrivere i propri dati, nome, cognome, indirizzo e numero di telefono in un modulo di sottoscrizione che verrà stampato in duplice copia, una per ogni membro della rete ed una per i coordinatori del piano di prevenzione del crimine. Ogni rete dovrà fare una sorta di diario, in cui verranno registrati i nomi dei membri e i fatti che avvengono nella zona e che richiedono l’intervento della polizia.
Struttura di una rete.
Le reti possono organizzarsi per isolato, per zona o per quartiere.
Situazioni di rischio.
Si considerano 2 situazioni di rischio:
Atteggiamento sospetto: bisogna in prima istanza consultarsi con gli altri aderenti al fine di valutare la situazione, migliorare l’osservazione e identificazione degli individui o dei veicoli coinvolti. Se il sospetto persiste si procederà a chiamare la polizia apportando la maggiore quantità di dati possibili e facendogli notare che si tratta dei vicini partecipanti al piano di prevenzione del crimine.
Crimine in corso: in questo caso bisogna chiamare immediatamente la polizia al numero d’emergenza 911 e/o al numero diretto che possiede la rete del commissariato di zona della suddetta giurisdizione, informando che si sta assistendo ad un crimine in corso. Gli aderenti non devono mai immischiarsi fisicamente lottando contro i delinquenti, possono gridare o fare rumore purchè sufficientemente protetti e con l’unica intenzione di provocare l’interruzione del fatto. Devono osservare i delinquenti cercando di memorizzare il maggior numero di dettagli degli stessi, come la quantità, la strada di fuga, veicoli, colore, numero di targa, ecc. dati che poi verranno trasmessi con maggiore brevità possibile al personale di polizia per facilitarne la persecuzione. Bisognerà prestare aiuto alla vittima, chiamando il 107 e facendola trasferire in un centro assistenziale.
Regole e responsabilità
Il vicino non è obbligato a partecipare. Dovrà, secondo le sue convinzioni, rispettare i suoi doveri e diritti di cittadino. Il tempo di partecipazione verrà definito per ogni aderente in forma individuale. Il vicino non dovrà trasformarsi nè in poliziotto nè in informatore. Assumerà solo il ruolo che gli compete in quanto cittadino, nell’espressione del lavoro in difesa della sua vita, della sua famiglia e della sua proprietà. L’adesione al progetto implica la partecipazione attiva del gruppo familiare. I minorenni devono essere educati alla propria tutela personale, e se dovessero notare qualcosa di strano, devono avvertire un adulto affinchè prenda una decisione pertinente. Il pattugliamento preventivo alla maniera di poliziotti armati è severamente proibito e controindicato per il fatto di essere pericoloso ed implicare seri problemi legali. Ogni rete deciderà la sua modalità di lavoro (allarmi, coordinatori per isolati, distribuzioni di compiti, orari di rischio ecc). Sistemi simili funzionano già in altri paesi (Inghilterra, Unione Europea ecc) essendo molto efficaci: infatti riducono l’incidenza criminale, aiutano al suo rilevamento, facilitano i procedimenti giudiziari e diminuiscono la sensazione d’insicurezza dei suoi abitanti. L’Inghilterra conta 157.000 programmi di osservatori comunitari che coprono l’estensione di 6.000.000 di case e interessano 10.000.000 di persone. Le reti saranno il punto di partenza per il posteriore sviluppo di attività comunitarie e altre azioni non strettamente vincolate alla sicurezza. Le reti si raggruppano, si uniscono e cooperano con altre reti del posto, zona, provincia o paese e/o internazionalmente con altre reti, facendo confluire un’informazione veritiera che unifica criteri ed esperienza sul tema della sicurezza urbana, creando eventi di pubblico interesse come giornate, congressi, convegni ecc.
CONTRIBUTO DEL PROGRAMMA DEL PIANO DI PREVENZIONE DEL CRIMINE DEL GOVERNO DELLA CITTA’ DI BUENOS AIRES E DELLA RETE DI PROTEZIONE VICINALE DEL QUARTIERE DI NUÑEZ Y SAAVEDRA.