giovedì 16 gennaio 2014

DISCORSO DI JUAN DOMINGO PERON ALL'ASSEMBLEA LEGISLATIVA DEL 1 MAGGIO 1952 IN CUI ESPONE LA TESI DELLA TERCERA POSICION

Traduzione dal castellano argentino di: FRANCESCA MARIA – Portavoce italiana del Movimiento Peronista Tercera Posicion
 
 


1 MAGGIO 1952
JUAN DOMINGO PERON
Fino a quando non abbiamo proclamato la nostra dottrina, davanti a noi si levavano trionfanti l’individualismo capitalista ed il collettivismo comunista, allargando l’ombra delle loro ali imperiali su tutto il cammino dell’umanità. Nessuno di loro aveva realizzato né poteva realizzare la felicità dell’uomo. Da un lato, l’individualismo capitalista sottometteva gli uomini, i popoli e le nazioni alla volontà onnipotente, fredda ed egoista del denaro. Dall’altro lato il collettivismo, dietro una cortina di silenzio, sottometteva gli uomini, i popoli e le nazioni al potere opprimente e totalitario dello Stato.
Il nostro stesso popolo è stato sottomesso per diversi anni dalla forza del capitalismo intronizzato nel governo dell’oligarchia ed è stato depauperato dal capitalismo internazionale, che comandava qui come se fosse a casa sua attraverso i venali servitori della plutocrazia. Stanchi di servire come animali da soma questo sfruttamento infamante, fermentava negli uomini della nostra terra la reazione anti-capitalista che veniva sfruttata dai galoppini comunisti per aprire il cammino della nuova schiavitù.
Il dilemma che ci si presentava era totale e tassativo: continuare sotto l’ombra dell’individualismo occidentale o avanzare sul nuovo cammino collettivista. Ma nessuna delle due soluzioni ci avrebbe portato alla conquista della felicità che il nostro popolo meritava. Per questo decidemmo di creare le nuove basi di una terza posizione che ci permettesse di offrire al nostro popolo un cammino diverso che non lo portasse né allo sfruttamento né alla miseria.
Così è nato il Giustizialismo sotto la suprema ispirazione di un ideale superiore. Il Giustizialismo creato per noi e per i nostri figli, come una terza posizione ideologica con l’intento di liberarci dal capitalismo senza cadere nelle grinfie opprimitrici del collettivismo.
 
Fonte:  Ricardo del Barco – “El Régimen Peronista” - 1946-1955, Buenos Aires - Editorial de Belgrano, 1983

Fonte:  Ricardo del Barco – “El Régimen Peronista” - 1946-1955, Buenos Aires - Edi

VILLAS E INSEDIAMENTI IN ARGENTINA. DIRITTI ALLA VITA SENZA RISPOSTE, ACCOMPAGNATI DALLA CULTURA NARCO. RED AMPARO. DI JUAN ANIBAL GOMEZ

Traduzione dal castellano argentino di: FRANCESCA MARIA  – Portavoce italiana di Juan Anibal Gomez
 

INFORMAZIONE ESCLUSIVA SULLE VILLAS E SULLE BARACCOPOLI: STATISTICA NAZIONALE E SUBURBANO. MODI DI VIVERE. IL POTERE DEL NARCOTRAFFICO. MAPPE. PER INFORMARE E CONDIVIDERE.
L’ARGENTINA CHE VOGLIONO NASCONDERE, MA CHE FA SENTIRE SEMPRE DI PIU’LE SUE CONSEGUENZE NELL’INSICUREZZA SOCIALE, CON LA PROIEZIONE DELLA NUOVA CULTURA NARCO DEI CODICI DI VITA, CHE SEGNANO IL FALLIMENTO TOTALE DEL GOVERNO NAZIONALE, DELLA CITTA’ DI BUENOS AIRES, DEI SUOI GOVERNATORI E DEI SUOI SINDACI.
 
CAOS SOCIALE
Nella nostra routine quotidiana, vediamo come giorno dopo giorno i narco si appropriano di appartamenti, case, terreni, fabbriche abbandonate, e campagne… tutto questo è il frutto di questa cultura che non rispetta la proprietà privata, e che resta senza reazione da parte delle corrispondenti autorità, generando una convivenza strana, che vede da un lato i contribuenti a cui vengono accreditate le tasse, con norme punitive, per l’uso e il godimento della proprietà privata, e dall’altro lato, la sempre minore controprestazione dello stato; ospedali abbandonati al proprio destino, così come il loro personale, con mancanza di medici e macchinari, così come i malati, o ancora peggio, così come in caso di stato di emergenza sociale, come successo pochi giorni fa a causa della mancanza di energia elettrica insieme al grande caldo sofferto per più di 30 giorni, con valori termici superiori alla media che non si vedevano da ben 47 anni… solo in seguito a recenti denunce pubbliche, il governo della nazione e della città, e alcuni sindaci, hanno tardivamente reagito, 20 giorni dopo le sofferenze patite dal popolo, lo stesso popolo a cui vogliono accreditare tasse quotidianamente, mentre la maggioranza di loro era in vacanza, alcuni anche all’estero. Come se non bastasse, di colpo il governo ha deciso di aumentare i trasporti del 66%, a cui bisogna aggiungere il governo della città che ha deciso di aumentare l’ingresso della metropolitana, insomma vale a dire che continuano a gettare benzina sul fuoco…la conclusione è il CAOS, la gente blocca strade e vie, come logica reazione, mentre alcuni strati del governo dicono che è in atto una cospirazione. Ma cospirazione di chi??? Anche di Clarin???
Come potete osservare questo è un chiaro esempio di ciò che non bisogna fare nell’amministrazione, sempre seguendo il nostro articolo che è il seguito di quello pubblicato precedentemente sui bambini delle villas; la nostra società, prima di tutto nell’AMBA (Area Metropolitana di Buenos Aires) che conta circa 14 milioni di abitanti, si è scontrata con la cultura permissiva, dell’INTRUSIONE, che si è poi allargata a tutte le province. Questa cultura dell’intrusione, porta un chiaro sentimento anti-sociale, e di interesse NARCO, così come già successo in Colombia e in Messico – chiari esempi – in cui vengono presi settori residenziali al di fuori delle villas, ma con abitanti dei suddetti luoghi, con codici di vita narco, che il comune residente o l’adulto non percepiscono sul momento, mentre lo fanno i bambini e gli adolescenti, perché sono i segmenti più vicini a loro nella vita quotidiana, nelle scuole e nelle strade, perciò una volta dopo averli circondati, si passa alla seconda tappa, quella del comando tramite la paura, con un incessante aumento di furti e rapine nella zona, vendita di stupefacenti in tutte le sue forme, al fine di ottenere la dipendenza di tutti i residenti, dopodichè inizia la terza tappa, quella del dominio territoriale, in cui scoprono il loro potere e trattano con la polizia corrotta, con i politici locali, e successivamente, salgono la scala del potere… fino a quando passano alla quarta tappa, quella del caos, in cui prendono la zona “infetta” con lotte intestine di potere di dealers o tranzas (spacciatori), la maggioranza di cui sono adolescenti, generate da un potere maggiore Narco, che così si appropria del business immobiliare della zona, edifici, negozi e proprietà, in cui i proprietari, a causa dalla bassa tassazione, si spostano dalla zona a rischio restando però proprietari della stessa e compiendo così l’obiettivo del Narco, che continua ad accumulare potere fino a limiti inimmaginabili, come ad esempio supportando finanziariamente la politica, o fino a proporre candidati per le elezioni, acquisendo sempre più potere.
Le villas, alcune create dai narco con i Maras – bande giovanili – come ad esempio San Martin, nella provincia di Buenos Aires, sono già 112. Si nutrono della manodopera degli adolescenti che con $200 o $300 vengono sfruttati come venditori, altri come protettori, altri ancora come spacciatori o per la prostituzione; in questi luoghi non esistono scuole, e questo favorisce la proliferazione una condotta di vita marginale.
ANALISI: ci piacerebbe che lei, lettore di questa nota, camminasse per il suo quartiere, o investigasse nei quartieri adiacenti, sulla quantità di proprietà della sua zona che sono state illegittimamente acquisite, solo così comprenderà il significato di ciò che nell’ambito della Sicurezza Urbana internazionale viene chiamato “la situazione criminale” della sua zona.
 

SECONDA PARTE: L’ESPANSIONE DELLE VILLAS E DELLE BARACCOPOLI NELLA CAPITALE E NEL CONURBANO
Negli ultimi 5 anni si sono formate 90 villas nel conurbano di Buenos Aires, la maggior parte delle quali sono state create dall’appropriazione di terre fiscali, e oggi arrivano a 864 le baraccopoli installate nei diversi cordoni dei suburbi della capitale, scoprendo una crescita del 55% della popolazione dal 2001, fenomeno che si è ampliato a partire dal 2006. Oggi, più di mezzo milione di famiglie, gran parte provenienti dai paesi limitrofi, vivono nella marginalità, e anno dopo anno questo numero non smette di aumentare.
Il 65,4% delle villas continua incessantemente a costruire baracconi precari, prodotto dell’arrivo di nuovi inquilini e della loro crescita demografica, con le conseguenti nascite di nuovi abitanti in questi quartieri.
La crescita delle baraccopoli, anche in contesti economici favorevoli e nonostante i diversi programmi sociali, insoddisfacenti davanti a tanta domanda sociale, rende conto del carattere strutturale del fenomeno dell’inequità e della disuguaglianza delle opportunità che diventano locali.
Nell’ 82,8% dei casi, i migranti argentini provenienti dall’interno, alla ricerca di un maggior accesso ai servizi essenziali, convivono con gli stranieri, che vengono principalmente dal Paraguay e dalla Bolivia. La provincia di Chaco è quella con la maggior parte di persone provenienti dal conurbano, con il 19,5% di abitanti con queste origini. Santiago del Estero, con il 16,2%, e Corrientes, con il 15,6%, completano i luoghi di nascita più frequenti tra i quartieri delle baraccopoli precarie. Per esempio, a Mar de la Plata, esistevano 2 villas, che sono diventate 48 nel giro di due anni, essendo la zona sud della città la più sviluppata.



Diverso il caso di Chubut, Río Negro, Neuquén, San Luis, Mendoza, La Rioja, Catamarca e San Juan, che apportano meno dell’1% di abitanti delle villas di questo settore della provincia di Buenos Aires.  Senza prendere in considerazione l’origine degli abitanti, la maggior quantità di quartieri abusivi si trovano a La Matanza, in cui 156 villas e baraccopoli ospitano 120.236 famiglie. I municipi che seguono con i maggiori problemi abitativi sono quelli di Quilmes (65 baraccopoli e 35.713 famiglie in pessime condizioni sociali), Moreno (rispettivamente 49 e 14.210), Pilar (rispettivamente 48 y 43.855) e Merlo (rispettivamente 42 e 19.965). A Lomas de Zamora ci sono meno quartieri in stato di emergenza, 41, ma con alta densità di popolazione, essendo abitati da 55.670 famiglie. Di contro, le parti con meno persone a rischio sono Marcos Paz (5 villas e 409 famiglie), Moròn (rispettivamente 10 e 802) e Vicente Lòpez (rispettivamente 7 e 2.629), essendo quella di Villa Martelli la zona più insicura. Tuttavia quasi tutte le baraccopoli del conurbano della provincia di Buenos Aires si eguagliano per una circostanza trasversale ai limiti municipali: la vendita di terreni.
L’ACCESSO ALLA TERRA
L’accesso alle baraccopoli non è aperto a chiunque. Non si tratta di andarsene con le poche cose che si possiedono e installarsi in un posto. I nuovi devono pagare la loro quota di ingresso, e accettare inoltre i codici di vita Narco e le loro esigenze. Gli abitanti del 72,6% delle villas si accertano che si vendano i terreni di questi quartieri marginali. Se non si ha il denaro, non si può ottenere un alloggio. Nella maggioranza dei casi sono proprio gli abitanti del posto quelli che impongono il valore delle parcelle, mentre nel 21,8% dei casi è stato riscontrato che “nessuna persona o gruppo di persone gestiscono la distribuzione dei terreni per il proprio beneficio”, questo grazie ai politici ossequienti ai narco del posto. Si calcola che sul totale di una villa, l’85% sono gli abitanti reali, mentre un 15% sono gli abitanti marginali, di questo 15%, un 10% sono quelli che vivono di narco e un 5% sono i leader narco. Ad esempio, essi impongono gli orari sociali del posto, il permesso di fare feste familiari o private, oppure impongono il silenzio.
 
L’acquisto di una porzione di suolo è il biglietto d’ingresso verso condizioni di vita in cui molte delle necessità di base rimangono insoddisfatte. Sebbene il 79,4% delle villas possiede un servizio di illuminazione pubblico, l’accesso individuale alla fonte di energia elettrica è nella maggioranza dei casi irregolare. Solo alcuni quartieri hanno il servizio (i contatori sono stati installati nel 33% delle abitazioni), gli altri si “attaccano” alla rete. In uguale proporzione (un po’ di più del 30% in ogni caso) nelle villas si accede all’acqua potabile per mezzo della rete pubblica e della perforazione dei pozzi. L’altro 40% dipende dalla ripartizione dell’acqua o da installazioni clandestine. Per cucinare, nel migliore dei casi si usano delle bombole.
Ciò nonostante, il problema più urgente che mostrano gli abitanti delle villas è quello dell’urbanizzazione delle vie interne. Questo problema differenzia probabilmente questi quartieri dagli altri che abitano il conurbano. Mentre i due rischi immediati che più richiedono attenzione nelle baraccopoli sono comuni a tutti gli abitanti di Buenos Aires: l’insicurezza e la droga.
Dopo aver analizzato questo scenario in un rapporto, Augustìn Alcorta, direttore sociale della ONG “Un techo para mi Pays”, ha dichiarato che “più di due milioni di famiglie vivono nelle villas di Buenos Aires. Adesso che sappiamo quante sono, dove stanno e come vivono, non ci sono scuse. Dobbiamo fare qualcosa, sia noi che il governo. Questa è la nostra sfida”. La presentazione di questa relazione è stata fatta alla facoltà di Scienze Economiche dell’UBA. Dopo le parole di Alcorta, è nata la necessità di dare risposte agli interrogativi sociali prospettati dai dati del documento di “Un techo para mi Pays”. Bernardo Kosacoff, economista, membro della Cepal e professore della facoltà organizzatrice dell’incontro, ha recensito l’importanza del rilevamento effettuato nelle villas di Buenos Aires: “Si vedono le contraddizioni della società. Da un lato, si crede che l’esistenza di aree marginali significano crimine, violenza e campo fertile per il narcotraffico. Ma al tempo stesso, queste includono uno degli attivi più importanti dell’Argentina: i giovani. La sfida è quella di guidarli, perché è proprio questa la differenza tra un paese sviluppato e un paese sottosviluppato”.
LE RISPOSTE DELLO STATO
La nostra associazione RED AMPARO, membro del Foro de Seguridad Urbana en Redes, della Pastorale Sociale Argentina e di diverse istituzioni e ONG nazionali e internazionali, ha viaggiato in diverse città come in Messico o in Chile, alla ricerca di programmi comuni per fermare questa cultura villera, che attenta alla dignità umana, e diamo consulto a vari partiti politici che ci chiedono soluzioni. Senza risultati, ma solo per informarsi.
Ci sono sicuramente diverse soluzioni, ma la prima è la decisione politica, la seconda è quella in cui lo Stato deve introdursi nelle villas, in quelle più sviluppate, con i 4 pilastri della messa in ordine, che sono: salute, educazione, giustizia e opportunità. Questi 4 fattori sono decisivi per annullare tutto il potere e i codici di vita narco, espellere i settori criminali e migliorare la qualità della vita dei suoi abitanti e la loro sicurezza.
Questi sono i nostri progetti e siamo a disposizione di chi li vuole realizzare.
Fonti: dati portateci da funzionari di polizia, municipali e abitanti delle villas; archivio proprio; equipe tecnica di Red Amparo; ONG Techo para mi Pays; archivi nazionali e di Clarin; ministero dello sviluppo della città e della nazione
UN SERVIZIO DI INFORMAZIONE PER LA COMUNITA’ DI RED AMPARO
Fondatore e coordinatore generale
 
JUAN ANIBAL GOMEZ
juananibalgomez.blogspot.com
 
RED AMPARO
redamparo.blogspot.com 


 


sabato 4 gennaio 2014

KRISI... POLITICA E SOCIALE DELL'ARGENTINA. Di JUAN ANIBAL GOMEZ

Traduzione dal castellano argentino di Francesca Maria – MP3 Italia - portavoce italiana del Movimiento Peronista Tercera Posicion
(N.d.T. la lettera K nella parola crisi è voluta in riferimento al governo)
 
“quando l’ingiustizia diventa legge, la ribellione diventa un dovere”
 
Pensiamo che l’attuale crisi politica dell’Argentina e del Peronismo derivi da una crisi maggiore che proviene dalla società, inoltre osserviamo suddetta involuzione in tutto il mondo, con varie differenze.
In questo Dicembre 2013, la Krisi argentina, fatta di saccheggi, tagli di energia elettrica, sedizioni della polizia, mancato aumento degli stipendi, inflazione, con aumenti e aggiustamenti che oltre ad essere inefficaci, con la conseguente mancanza di esportazione e produzione nel paese, lasciano terreno fertile all’anarchia; non dimentichiamoci che “quando l’ingiustizia diventa legge, la ribellione diventa un dovere”; a tutto questo si aggiunge l’aggravamento del potere territoriale e politico, che va assumendo il narcotraffico, e che va a porre un velo nero su questo 2014, nell’avere questo governo, anziché aggiustare le tariffe elettriche, come hanno fatto oggi con l’aumento del passaggio dei trasporti di un 66%, indicatore di una logica reazione sociale, più di quando questo governo, basandosi sui piani di emergenza, invece di creare i fattori per lo sviluppo del lavoro, è arrivato alla conclusione che l’inflazione, in parte negata dal governo stesso, svaluta le sue entrate, lasciando migliaia di famiglie senza il sussidio per vivere con lo stretto indispensabile, inoltre davanti all’infermità della Presidente, si vedono chiaramente i segni di malgoverno e delle lotte intestine per il potere, e osserviamo che si sta facendo di tutto per generare l’anarchia sociale. Questa situazione favorisce un settore del governo che vuole perpetuare il suo potere, ponendo in esecuzione un “Piano B”, che è un autogolpe, per porre il generale Milani – partner necessario – davanti a uno stato di guerra, come nuovo leader, tipo Chavez, in Argentina. A tutto questo dobbiamo aggiungere l’inerzia dell’opposizione, che sono più stressati per il 2015 che per le necessità di un popolo in stato di emergenza.
 
 
Sono i tempi di trasformazione che stiamo vivendo, che dobbiamo necessariamente passare e che permetteranno di vedere la nascita di una nuova società umana. Per questo, dovremo attraversare questa Krisi che non è soltanto di sopravvivenza, ma anche personale e spirituale.
Nessuno ha detto che la trasformazione sarebbe stata indolore; viviamo un periodo storico veramente agitato, che, chissà, è forse un indizio in più del cambiamento collettivo necessario per la nostra sopravvivenza ed evoluzione.
 

Non voglio dire che il Kirchnerismo non ha colpe anzi, ha avuto la grande opportunità di ricostruire un’Argentina potente grazie ai venti favorevoli che il mondo gli ha dato guardando a quei paesi che sono riserve di prodotti alimentari, di cui la soia è stata il prodotto di punta, insieme ad altri prodotti agricoli, ma invece di prendere coscienza della costruzione sociale basata sulla produzione di questi valori aggiunti, hanno scartato questa opportunità per sperperare i soldi del tesoro nazionale in piani populisti che gli hanno fatto comodo per mantenersi al potere, in maniera egoistica, abbandonando i piani di sviluppo di una nazione che aveva bisogno di una ristrutturazione industriale e agricola per prepararsi ad un prossimo futuro segnato dai bisogni mondiali.
 
Mai come oggi si parla di patriottismo eppure mai come oggi sono tanto scarsi i sacrifici per la Patria; mai è stato così tanto sentito il “vivere” a sue spese così come tanto raro il “morire” per lei; mai come oggi si esaltano i diritti e l’emancipazione del popolo e mai come oggi questi diritti vengono calpestati; mai come oggi si parla dei diritti del libero pensiero, e mai come oggi mangiano di più e pensano di meno; mai come oggi l’uomo si è vantato così tanto del suo cuore, e mai come oggi il cuore è sottomesso allo stomaco, ai sentimenti del calcolo e dell’interesse; abbiamo semplicemente perduto il rispetto verso noi stessi, allontanandoci e staccandoci dalla “verità” della Terra.
Dobbiamo solo mantenere l’equilibro e la moderazione come popolo, per non cadere nei vecchi tranelli politici; la nostra Patria è potente, e molti vedono in noi una possibilità per prendersela; non lasceremo sola la nostra Patria, ma dovremo amministrarla con saggezza, per generare una nuova società, rappresentativa e partecipativa, un Nuovo Essere Argentino !!!
 
Pertanto cresce la miscredenza verso un falso peronismo, che oggi vediamo negli occulti personaggi comunisti che ci governano; questo non è Peronismo, basta !!! E’ ora di ricominciare, di tornare a credere nel Peronismo, perché è una filosofia di vita, semplice, profondamente nazionale, popolare, umanista e cristiana, che ha unito tre bandiere dottrinali: la Giustizia Sociale, l’Indipendenza Economica e la Sovranità Politica, per raggiungere gli obiettivi permanenti del movimento: la felicità del popolo e la grandezza che ha rappresentato a sua volta quella sintesi del sociale e del nazionale che ha incarnato il vero Peronismo a partire dalla sua nascita fino a diventare Nazione.
“Tuttavia nel nostro Paese persistono molti schiavi dell’ingiustizia. Né la Giustizia Sociale né la Libertà – reciprocamente appoggiate – sono comprensibili in una comunità formata da uomini che non si sono pienamente realizzati nella loro condizione umana”
(Peròn – El proyecto nacional – 1974)
 
 
 

venerdì 3 gennaio 2014

IL MOVIMIENTO PERONISTA TERCERA POSICION NELL'ATTUALE REALTA' ARGENTINA ED EUROPEA di FRANCESCA MARIA

Il Movimiento Peronista Tercera Posicion nasce a Buenos Aires nel 2009 grazie al suo presidente, Adalberto Assad, argentino musulmano di origine libanese già presidente del FEARAB Argentina, e al suo vice presidente Juan Anibal Gomez, argentino cristiano di origine italiana, già attivo nella politica nazionale argentina in seno al partito democratico cristiano. Proprio a partire delle diverse origini dei suoi fondatori, che rispecchiano la grande varietà della popolazione argentina, il Movimiento Peronista Tercera Posicion si propone come un movimento politico nuovo, di ascendenza ecumenica e di spirito rinnovatore del peronismo, di cui prende la dottrina e l’attività politica e assistenzialista a fondamento del suo modus operandi, prendendo le distanze dalle correnti di destra e sinistra, identificandosi appunto come terza posizione, e seguendo quindi la strada che fu già battuta dal partito giustizialista o peronista. Nell’ambito nazionale, oltre ad essere attivo nella politica argentina, come movimento antagonista al governo ufficiale di stampo menemista, esce fuori dallo stretto giro politico per espandere la sua attività a favore della popolazione, con il fine contrastare a livello pratico quella che è l’attuale situazione del paese, a partire dal problema del narcotraffico che ha generato una realtà pari a quella che possiamo definire “mafiosa” e che riguarda diversi ambienti del nostro paese. Tutto questo ha portato a conseguenze disastrose nella vita quotidiana del paese, che subisce sulla propria pelle i danni derivati dalla corruzione, dalla mancanza di sicurezza, dalla povertà, da sempre presente nella nazione ma che è diventata campo fertile per il narcotraffico. Per questo Juan Anibal Gomez ha fondato Red Amparo e, insieme alla peronista Sandra Maria Diorio, il Foro Seguridad Urbana, che, oltre ad un massiccio lavoro informativo di prevenzione in rete, sono attivi su strada per risolvere i problemi della cittadinanza, e sono i promotori delle grandi marce di massa, che ogni anno vedono scendere in piazza milioni di argentini in ogni angolo del paese. A livello internazionale, il Movimiento Peronista Tercera Posicion prosegue la sua attività basata sui principi di sovranità nazionale facendo ferma opposizione al globalismo e ai piani del NWO, mietendo consensi anche in territorio europeo, che nel 2013 ha visto nascere in Italia il Movimiento Peronista Tercera Posicion Italia, vero e proprio avamposto del movimento argentino, che diffonde non solo il pensiero e le attività dei suoi membri e soprattutto dei suoi co-fondatori, ma anche quella che è la vera realtà della nazione argentina, falsificata dai media, e i principi peronisti su cui si fonda la Tercera Posicion, nell’ottica di un vero e proprio piano di recupero del peronismo, data la sua attualità e attuabilità, anche nel nostro paese.