Quando uno stato non riconosce né la causa né l’effetto
della sua gestione, siamo in presenza di uno stato assolutista e ossequiente al
suo potere.
La tragedia di Castelar ci pone di nuovo nello stato di
allerta in cui devono stare i cittadini argentini , specialmente la comunità
che fa uso del servizio ferroviario, in cui bisogna fare attenzione alle
proprie vite, e non per il “panico sensazionalista” dei mass media, ma per la
dura realtà e per il pericolo che si nasconde nel viaggiare nei treni del
nostro Paese e soprattutto in quelli della rete Metropolitana e del Conurbano.
“Quando uno stato non riconosce né la causa né l’effetto
della sua gestione, siamo in presenza di uno stato assolutista e ossequiente al
suo potere” questa frase riassume il significato del recente slogan del 25
maggio “un decennio di vittoria” che il Governo si è gloriosamente attribuito
proclamandosi paradigma del modello di
cambiamento nella politica argentina… ma come dice qualcuno… la Verità e la
Realtà sono un’altra cosa…
In questo caso la materia non approvata dall’attuale governo
è l’INSICUREZZA, non come sensazione ma come dura conseguenza della realtà… la
MORTE dei cittadini che non sono al sicuro né quando prendono il treno né
quando camminano per strada… lo dimostrano i numeri delle statistiche e lo
stesso vale per le sue conseguenze nell’ambito dell’equazione causa-effetto.
Un documento del Ministero dell’Interno e dei Trasporti
rivela che, nel 2012, in 1.205 incidenti ferroviari sono morte 190 persone, e
dal 2004, ne sono già morte 3.210; nei 1.205
incidenti ferroviari registrati tra gennaio e luglio 2012, nelle linee Mitre,
Sarmiento, Roca, Belgrano Norte e Urquiza, 190 persone sono morte e 1.727 sono
rimaste ferite.
Mancano le registrazioni delle vittime di Belgrano Sur e di
San Martin e i morti dei mesi di agosto, settembre e ottobre. I più recenti
sono stati registrati il giorno 8.10.2012 quando due tifoserie del River che
andavano a festeggiare il record Guinness per le dimensioni di una bandiera,
sono morte sul ponte in cui si incrociano le vie di Mitre e di Belgrano.
Nei primi 7 mesi dell’anno, ci sono state 113 “lapidazioni”
contro i treni, con 116 feriti. E 182 “coinvolgimenti di persone” , con 73
feriti e 108 morti, da cui ne uscì illesa solo una persona. Di questi 108
morti, 69 figurano come suicidi, una voce che non può essere attribuibile alle
pessime condizioni dei treni. E cosi’ si viene a scoprire che, nelle strade,
c’è un suicidio ogni 3 giorni.
Sette persone hanno subito scariche elettriche e altre tre
sono morte folgorate. Inoltre 731 passeggeri sono stati colpiti e sono caduti:
nove morti e 737 feriti. “queste cifre dimostrano non solo l’imprudenza della
gente, ma anche il pessimo stato dei treni e delle stazioni. I vagoni sono
sovraffollati, le condizioni di sicurezza insufficienti, la gente non gira
appesa al predellino perché gli piace, ma perché dentro non trova posto. Se nei
nostri treni viaggiano sei persone per mq, come minimo bisogna chiudere la
porta del vagone”.
Il ferroviere Angel Contestì, specializzato in riparazioni
di motori, dichiara che nella lista delle vittime sono da aggiungere “i mille
passeggeri che hanno smesso di prendere i treni, per la chiusura di diverse
diramazioni ferroviarie e per le decadenti condizioni del servizio, e che,
soprattutto negli ultimi 3 anni, si sono rovesciati nelle strade e nelle
autostrade argentine, con i risultati tragici che tutti noi conosciamo”.
Le notizie ufficiali vanno dietro le tragedie, il ministro
dell’interno e dei trasporti, Florencio Randazzo, ha promesso che “9 dei 18
convogli verranno riparati e rimessi a nuovo” e che nel primo semestre del 2013
“verranno terminati tutti i passaggi a livello e le officine della linea
ferroviaria che si trovano in stato disastroso”. In seguito sono stati
utilizzati 120 banderilleros (segnale raffigurante un omino con la bandiera per
indicare i lavori in corso n.d.t.) nelle linee Mitre e Sarmiento, in modo da
prevenire gli incidenti nei passaggi a livello, ma fino ad oggi le stazioni e i
treni sono state soltanto verniciate; nonostante muoiano non meno di 300
persone l’anno, dal 1996 fino ad oggi, si investe ancora poco nella prevenzione
degli incidenti.
Il governo non investe il necessario nel miglioramento del
sistema. In tutti questi anni gli appaltatori amici hanno intascato somme
milionarie in sussidi.
Secondo i dati del centro di implementazione delle politiche
pubbliche per l’equità e la crescita (CIPPEC) recuperati dal sito www.chequeado.com in Argentina si investe
appena il 10% delle risorse essenziali per mantenere lo stato della rete
ferroviaria metropolitana. Gli investimenti in questo campo si aggirarono tra
il 2003 e il 2010 intorno ai 50 milioni di dollari per anno, mentre i sussidi
concessi nel 2011 ai concessionari privati superano di 20 volte questa cifra.
Secondo il CIPPEC gli investimenti non dovrebbero essere inferiori a 450
milioni di dollari per anno.
Nelle ultime ore, il ministro dell’interno e dei trasporti,
Florencio Randazzo, ha dichiarato che non si può chiedere al governo di
realizzare in un anno le migliorie che non sono state apportate in 5 decadi. In
parte ha ragione. Il sistema ferroviario argentino viene colpito da troppo
tempo. Tuttavia, c’è qualcosa che il ministro non ha detto, e cioè che il
kirchnerismo conduce il destino del Paese da 10 anni, e solo recentemente, a
partire dall’incidente del 2012, sembra aver preso coscienza delle dimensioni
del problema. Per i 55 morti e i migliaia di feriti è stato troppo tardi… oltre
la presente nota, non dimentichiamo il dettaglio dell’insicurezza urbana della
nota precedente, in cui nell’ultima decade, secondo le statistiche ufficiali,
si contano 25.200 morti con una media di 7 morti al giorno…
Non dimentichiamo che, nella giurisdizione della C.A.B.A.
(città autonoma di Buenos Aires n.d.t.) e anche in quella del suo governo,
l’amministrazione MACRI è corresponsabile dell’insicurezza del suo distretto.
Non vi sembra che la realtà che ho sin qui esposto segni una
decade di lutto anziché di festa?
di JUAN ANIBAL GOMEZ – FONDATORE E COORDINATORE MOVIMIENTO PERONISTA TERCERA POSICION, FORO SEGURIDAD URBANA, RED AMPARO, DIRIGENTE COMUNALE, POLITICO E SOCIALE, EX VETERANO DELLE MALVINAS
Traduzione dall’argentino a cura di FRANCESCA MARIA – PORTAVOCE ITALIANA DI JUAN ANIBAL GOMEZ E DEL MOVIMIENTO PERONISTA TERCERA POSICION
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